Veronese: il complesso degli interventi manca di una visione strategica a lungo termine

Audizione UIL presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati del 31.5.2021

Ringraziamo la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati per l’audizione di oggi su un provvedimento, che è stato ed è tuttora al centro del dibattito politico, e che ci permette di esprimere la nostra opinione e posizione su temi centrali per l’occupazione e la tenuta sociale del Paese.


Manderemo una memoria scritta della nostra organizzazione su tutti i punti del Decreto e questo mi permette stamane di fare alcune considerazioni e riflessioni.
Anche con questo Decreto si cerca di dare supporto economico al sistema produttivo, occupazionale e sociale del Paese.


Al tempo stesso, però, consideriamo il provvedimento insufficiente e non esaustivo ad affrontare le tensioni sociali e le disuguaglianze che continuano a crescere.
La maggior parte delle misure, prese una per una, hanno obiettivi sostanzialmente condivisibili, ma il complesso degli interventi sembra mancare di una visione strategica di insieme a lungo termine e, soprattutto, appare debole e poco incisivo.


D’altronde, non più tardi venerdì 28 maggio insieme a CGIL e CISL, eravamo sotto Piazza Montecitorio per manifestare il nostro dissenso su una serie di misure e per chiedere delle risposte concrete al Governo e al Parlamento per mantenere il blocco dei licenziamenti, sulla riforma degli ammortizzatori, per una soluzione alle tante crisi industriali, e per chiedere misure straordinarie per contrastare gli incidenti sul lavoro che stanno diventando una vera e propria piaga.
Gli ultimi dati INAIL, al 30 aprile, vedono 306 denunce di infortunio mortale nei primi quattro mesi dell’anno. Questa è una vera e propria strage che non accenna a fermarsi ed una vergogna per il Paese. Prevenzione, formazione e controlli sono le “parole d’ordine” che abbiamo messo al centro nella piattaforma unitaria per chiedere a tutte le Istituzioni, Governo, Regioni un “Patto per la salute e per la sicurezza sul lavoro”.


E la misura contenuta nel Decreto per interventi urgenti per la vigilanza e la sicurezza sui luoghi di lavoro è una goccia nell’oceano.


E grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, siamo riusciti ad ottenere la cancellazione della possibilità di fare gare al massimo ribasso, nella revisione del Codice degli appalti. Per noi bisogna continuare su questa strada dal lavoro, dalla sicurezza, dal rispetto della vita chiedendo il rispetto dei contratti nazionali di lavoro e delle norme sulla sicurezza.


E vogliamo continuare con il blocco dei licenziamenti, in quanto ci sembra insufficiente quanto timidamente previsto in materia di proroga del blocco dei licenziamenti dal Decreto.


Per questo chiediamo al Parlamento di modificarla e di prevedere il blocco dei licenziamenti fino a quando non ci sarà una riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro.


Per noi non basta, per scoraggiare i licenziamenti, introdurre una proroga “non obbligatoria”, ma condizionata alla richiesta di cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
Consideriamo, invece, molto interessanti gli interventi finalizzati ad evitare i licenziamenti attraverso il Contratto di Solidarietà, ma temiamo che i nuovi vincoli posti, legati al fatturato, impediranno alla misura di realizzare appieno i propositi che invece sono pienamente condivisibili: evitare appunto i licenziamenti.


Riteniamo utile aver abbassato la soglia per l’utilizzo del contratto di espansione, ma se poi non prevediamo un supporto economico alle imprese più piccole che le aiuti a sostenere i costi molto pesanti delle operazioni di accompagnamento alla pensione, temiamo che non vi sarà molta domanda.


Per questo riteniamo che bisogna varare misure che introducano subito una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione a partire dai 62 anni anche tenendo conto della diversa gravosità delle mansioni svolte.


Per quanto riguarda la Naspi la sola sospensione del decalage per tre mesi e fino al prossimo 31 dicembre, sembra quasi una beffa per chi si ritroverà per un lungo periodo senza lavoro e con una forte e progressiva riduzione dell’indennità.


Allo stesso modo chiediamo di sospendere il decalage anche per i beneficiari di Discoll.


La nuova misura prevista per favorire il reinserimento dei disoccupati, il contratto di rioccupazione, pur condivisibile nella sua finalità, si caratterizza per la sua brevità, sembra poco competitiva con misure simili, e manca del necessario coordinamento con gli incentivi attualmente vigenti.


Le misure più incisive sono ancora una volta quelle dettate dall’emergenza ed è, infatti, apprezzabile la volontà di continuare a sostenere i nuclei familiari in difficoltà economica attraverso ulteriori quattro mensilità del Reddito di Emergenza e l’erogazione di una nuova indennità una tantum in favore di lavoratrici e lavoratori stagionali e precari che, più di altri, stanno pagando il prezzo di questa crisi.


Positivo, inoltre, l’aver esteso la platea degli indennizzati anche ai lavoratori e alle lavoratrici del settore agricolo, dimenticati da parecchi mesi.
Segnaliamo, ancora una volta come non vi siano misure di sostegno al reddito per chi ha un contratto di collaborazione anche occasionale, così come non sono previste misure per il lavoro domestico.


Tuttavia segnaliamo la criticità della mancata la proroga REM per gli ex Naspi ed ex Discoll.


Pur condividendo la necessità di realizzare una riforma organica in materia di politiche attive, siamo preoccupati che si dia inizio a questo processo attraverso il commissariamento dell’ANPAL, proprio nei mesi più cruciali di questa crisi pandemica, nei quali avremo necessità di un più efficiente ed efficace sistema di politiche attive per controbilanciare la fine del blocco dei licenziamenti ed, allo stesso tempo, di accompagnare le profonde trasformazioni di un mercato del lavoro segnato dalla lunga fase di emergenza sanitaria.


Ancor più in quanto siamo all’imminente avvio dei progetti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in materia di politiche attive e siamo altresì alla vigilia degli atti per la nuova programmazione delle risorse per la coesione 2021-2027 e alla chiusura del ciclo di programmazione 2014-2020.


Passaggi così delicati per tutte le attività di programmazione, di formazione e riqualificazione di lavoratrici e lavoratori, necessita di un preventivo confronto con le Organizzazioni Sindacali.


Il Decreto tiene poco conto della difficile situazione lavorativa delle donne, che rappresentano coloro che hanno subito nel corso dell’emergenza sanitaria le peggiori ripercussioni in termini occupazionali. A ciò si aggiunge che era atteso un intervento in materia di congedi parentali da rafforzare in termini di importi e durata, di cui non vi è traccia. Tra l’altro lo sblocco dei licenziamenti prefigura un rischio maggiore per l’occupazione debole formata prevalentemente da giovani e donne.


Positive le misure di solidarietà alimentare e di sostegno alle famiglie per il pagamento dei canoni di locazione e delle utenze domestiche e quelle per il contrasto della povertà educativa, anche se emerge ancora una inadeguata visione di insieme e di lungo periodo.


Sono condivisibili le misure che vanno a finanziare i servizi dei Comuni, come sono condivisibili le agevolazioni della TARI e il ristoro ai Comuni per il mancato introito della tassa di soggiorno.


Riteniamo, come più volte ribadito, che la fiscalità nel nostro Paese necessiti di un intervento di riforma organico, che fondi su principi di equità e progressività, riducendo la pressione fiscale a chi da sempre fa il proprio dovere con il fisco, lavoratori dipendenti e pensionati, che prima pagano le tasse e poi ricevono lo stipendio o la pensione.
Al contempo non è più tollerabile l’altissimo livello di evasione, un male endemico che sottrare costantemente risorse al nostro sistema, risorse fondamentali per sostenere la ripresa economica e sociale.


Bene il rifinanziamento del trasporto pubblico locale anche se le risorse non ci sembrano sufficienti.


Apprezziamo il rifinanziamento del Fondo di garanzia per l’acquisto dell’abitazione principale per le giovani coppie anche se, a nostro avviso, andrebbero rivisti i criteri di accesso, consentendo anche ai giovani single di accedere a tale fondo.


Sul tema dell’istruzione il Decreto non è coerente con quanto previsto dal “Patto per la scuola”, siglato nei giorni scorsi da Governo e Sindacati.


Infatti, chiediamo di rendere esigibili le misure e gli interventi contenuti nel Patto per la Scuola per dare stabilità e continuità al lavoro e il regolare avvio del prossimo anno scolastico.


Per queste ragioni le categorie della scuola di UIL, CGIL e CISL saranno in piazza il prossimo 9 giugno per chiedere al Parlamento di cambiare il provvedimento durante l’iter di conversione in legge del Decreto.


In merito alla proroga al 2022 dell’attuazione della Plastic tax riteniamo che debba essere avviato un confronto con le parti sociali al fine di meglio strutturare la misura così che la nuova imposta non diventi deleteria per l’occupazione del settore.


Condividiamo il finanziamento per l’abbattimento delle liste di attesa, ma occorre accelerare tutte le procedure, per consentire l’accesso alla prevenzione alla diagnostica, alle prestazioni e alle cure.


Il ritardo con il quale siamo intervenuti ha comportato un forte criticità per la prevenzione e la tutela della salute di tantissimi cittadini che auspichiamo di poter sanare e che avrà conseguenze nel futuro.


Riteniamo, però, che l’incremento previsto a tale scopo, per gli anni 2021, 2022 e 2023, del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale non sia sufficiente a coprire numeri elevati di pazienti e possibili necessità future è necessario, pertanto, trovare in tempo altre risorse.


Accogliamo positivamente le risorse messe a disposizione per il reclutamento straordinario seppure temporale da parte delle Regioni per assicurare le prestazioni psicologiche e domiciliari e garantire in questo modo le attività previste dai livelli essenziali di assistenza.


Infine, occorre accelerare la riforma annunciata della medicina territoriale, aumentare i fondi ordinari destinati alla sanità nella prossima legge di bilancio e prevedere un piano di assunzioni straordinario che consenta di superare il precariato, potenziare le piante organiche e favorire il ricambio generazionale.


Nello stesso tempo serve una svolta sullo stato sociale: universalità dei servizi essenziali; la presa in carico del sistema sociale di prossimità con un sostegno alle famiglie vulnerabili; una buona legge nazionale organica sulla non autosufficienza.
 

Roma 31 Maggio 2021