STRAGE IN MARE

Pubblichiamo questa tragica notizia dal sito de L’Avanti! On line. Nella speranza che non capitino mai più fatti come questo.

Un gommone con circa 130 persone a bordo ha fatto naufragio a Nord-Est di Tripoli. Il relitto è stato individuato da un aereo di Frontex, un mercantile ha avvistato tre cadaveri e l’equipaggio della Ocean Viking ha visto almeno dieci corpi nelle vicinanze del relitto. E’ quanto ha denunciato la “coordinatrice di Ricerca e Soccorso a bordo della Ocean Viking”, Luisa Albera. Si teme che il numero dei morti sia destinato ad aumentare fortemente.

In precedenza, Alarm Phone aveva fatto riferimento a “oltre 100 persone morte. Una barca con cui eravamo in contatto si è capovolta. Ocean Viking ha trovato corpi senza vita. Tutte le autorità erano allertate, Frontex li aveva avvistati: li hanno lasciati annegare”.

“Oggi, dopo ore di ricerca, la nostra peggiore paura si è avverata” scrive in una nota Luisa Albera, coordinatrice di Ricerca e Soccorso a bordo della Ocean Viking. “L’equipaggio della Ocean Viking ha dovuto assistere alle devastanti conseguenze del naufragio di un gommone a Nord-Est di Tripoli. Mercoledì mattina era scattato l’allarme rispetto a questa stessa imbarcazione con circa 130 persone a bordo”. “Nelle ultime 48 ore – si legge – il network telefonico civile Alarm Phone ci ha avvisato di un totale di tre barche in difficoltà in acque internazionali al largo della Libia. Tutte si trovavano ad almeno dieci ore dalla nostra posizione nel momento in cui abbiamo ricevuto le segnalazioni. Abbiamo cercato due di queste barche, una dopo l’altra, in una corsa contro il tempo e con il mare molto mosso, con onde fino a 6 metri. In assenza di un coordinamento efficace da parte dello Stato, tre navi mercantili e la Ocean Viking hanno cooperato per organizzare la ricerca in condizioni di mare estremamente difficili. Oggi, mentre cercavamo senza sosta – nella totale mancanza di supporto dalle autorità marittime competenti – tre cadaveri sono stati avvistati in acqua dalla nave mercantile My rose”.

“Un aereo di Frontex ha individuato poco dopo il relitto di un gommone. Dal momento in cui siamo arrivati sul posto oggi non abbiamo trovato nessun sopravvissuto, ma abbiamo visto almeno dieci corpi nelle vicinanze del relitto. Abbiamo il cuore spezzato. Pensiamo alle vite che sono state perse e alle famiglie che potrebbero non avere mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari”. “Questa tragedia arriva appena un giorno dopo l’orribile notizia condivisa dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni di una donna e un bambino morti su un gommone stracarico che è stato intercettato dalla Guardia Costiera libica in acque internazionali, e i naufraghi sono stati riportati coste libiche e portati in detenzione arbitraria, dove molti di loro subiscono violenze e abusi indicibili”.

Sono durissime le parole della portavoce dell’Oim, l’organizzazione dell’Onu per i migranti, Safa Mshli: “Gli Stati si sono opposti e si sono rifiutati di agire per salvare la vita di oltre 100 persone. Hanno supplicato e inviato richieste di soccorso per due giorni prima di annegare nel cimitero del Mediterraneo. È questa l’eredità dell’Europa?”.

CIGL CISL E UIL: ENNESIMA TRAGEDIA NEL MEDITERRANEO

“Siamo di fronte all’ennesima tragedia nel Mediterraneo – si legge in una nota di Cgil, Cisl e Uil – ad altre 130 vite spezzate nel tentativo di salvarsi da orrore, guerra e privazioni. E di fronte all’incapacità degli Stati di assumersi da un lato la responsabilità di politiche dell’immigrazione che mettano al centro l’umanità, la solidarietà, l’accoglienza, e dall’altro quella di prevedere operazioni di ricerca e salvataggio per evitare di non poter far altro se non contare i cadaveri. Basta stragi annunciate, l’Italia e l’Ue intervengano”. È quanto si legge in una nota di Cgil, Cisl e Uil in seguito al naufragio avvenuto al largo delle coste della Libia.

“Serve un cambio di rotta, in Italia e in Europa. Il Patto per la migrazione e l’asilo presentato dalla Commissione lo scorso settembre è lontano dall’essere quel nuovo inizio che era stato promesso, e approccio securitario e visione egoistica dei singoli Stati permangono”, proseguono.
Per Cgil, Cisl e Uil “occorre innanzitutto superare il famigerato accordo tra Italia e Libia: tutte le intese con paesi terzi che non garantiscano il rispetto dei diritti umani devono essere stralciate. Sono necessarie misure che riconoscano il diritto alla circolazione delle persone, che sostengano l’aumento delle quote di reinsediamento e dei corridoi umanitari, e garantiscano pienamente il diritto all’asilo”.

“Inoltre – concludono – vanno riattivate le operazioni di ricerca e salvataggio in mare sul modello Mare Nostrum, e va sostenuto anziché denigrato il prezioso lavoro delle Ong: le donne, gli uomini e i bambini che hanno perso la vita nel naufragio di ieri, come centinaia e centinaia di altri solo dall’inizio di quest’anno, potevano e dovevano essere salvate”.