Lo sciopero infondato

Non serviva certo la Commissione di Garanzia degli scioperi per certificare che non sussiste alcun presupposto per lo sciopero generale: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/aziende/2023/11/13/garante-a-cgil-e-uil-mancano-requisiti-per-lo-sciopero-generale_86314134-8434-44ad-81c8-588a067060c5.html

Come noto, lo sciopero generale è l’arma di lotta più drastica in mano al sindacato. Trattasi di uno sciopero totale, a cui è chiamata ogni persona – lavoratrice o no – sul territorio dello Stato.

Nemmeno in occasione dell’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista, avvenuto la mattina del 14 luglio 1948, fu indetto uno sciopero generale dai sindacati, tanto che lo stesso Togliatti, risvegliatosi dal coma, domandò se quel giorno avesse vinto Bartali la tappa Tour de France, chiedendo espressamente che cessassero immediatamente le ostilità di piazza.

Oggi, invece, CGIL e UIL invocano lo sciopero generale a gran voce, dichiarando una lotta totale e senza quartiere contro la legge finanziaria.

La cosa oltremodo fantasiosa per il solo semplice motivo che la legge finanziaria ancora non c’è, ma è in discussione nella Commissione bilancio del Senato, quindi non si comprende contro che cosa si sciopera.

Sono altresì sconcertanti le richieste di aumenti in busta paga, stante che, come noto, i contratti si fanno con le imprese, attraverso la contrattazione collettiva, non con il Governo. In Italia la contrattazione collettiva non è curata dai sindacati da più di vent’anni.

Inoltre, si domanda l’abbassamento del cuneo fiscale quando è di pochi giorni fa la notizia che la metà degli italiani non dichiara reddito (quindi non paga le tasse) e l’IRPEF pesa per 2/3 sul 13% dei contribuenti. Ford sarebbe meglio chiedere più lavoro e far pagare le tasse a tutti.

Infine, desta preoccupazione la contrarietà dei sindacati al taglio delle pensioni alte. In Italia sempre meno giovani dovranno sostenere le pensioni di sempre più anziani, oltre che le loro spese sanitarie. Non si comprende con quali soldi detti esborsi verranno corrisposti.

Si ritiene, invece, una misura di equità e di giustizia sociale quella di redigere un patto tra generazioni che vede l’abbassamento delle attuali pensioni alte (sopra i 30.000 euro all’anno) al fine di sgravare i giovani da una portentosa ipoteca sul loro futuro.